domenica 4 gennaio 2015

Stampante 3D per iniziare, quale modello scegliere?



Il settore della stampa 3D è in grande espansione e l'offerta di modelli e soluzioni è sensibilmente aumentata, come deve orientarsi un principiante? Bisogna ammettere che per chi vuole avvicinarsi a questo affascinante e rivoluzionario settore c'è proprio l'imbarazzo della scelta, ma allora cosa comprare? Quale è la stampante migliore per muovere i primi passi in questo settore? 
Vediamo alcune soluzioni che secondo il mio parere incontrano le esigenze della maggioranza degli utenti.


 
La stampa 3D mi affascina, vorrei avvicinarmi a questo mondo ma.... da che parte comincio? Che stampante devo comprare per iniziare? Quanto costerebbe una stampantina che mi permetta di stampare oggetti? E se poi non va bene per me?

Questi quesiti sono più che normali, e hanno afflitto tutti noi fino al momento di acquistare la prima stampante 3D.

 
Poco più di un anno fa mi trovavo anche io in questa situazione, e come molti, mi aggiravo per la rete a caccia di informazioni e chiarimenti. Prima di scrivere questo articolo ho fatto una ricerca su internet, cercando di pormi nuovamente le domande di allora allo scopo di vedere cosa il mercato offre oggi ad un principiante. E' scontato dire che 15 mesi, in un settore tecnologico in così forte espansione è praticamente “un'era geologica”, ho infatti trovato uno scenario completamente diverso sia sotto l' aspetto informativo che della scelta di prodotti acquistabili.

Sono nate molte nuove aziende che producono stampanti 3D mentre le più mature hanno invece ampliato la gamma dei loro prodotti inserendo anche delle novità.

Se prima si parlava principalmente di costruirsi una stampante 3D, ora si può semplicemente scegliere e comprare.

Da quí la prima fondamentale domanda...Comprare o costruire?
Penso che la risposta sia strettamente legata alla tipologia di utente che se la pone.

 
Comprare una stampante 3D


Uno studente di architettura, un giovane ingegnere all'inizio di carriera, un designer, e tutti coloro che possono aver bisogno di questo strumento per uno scopo professionale o di studio, non vorranno, molto probabilmente, perdere tempo in studio, costruzione, messa a punto e sperimentazioni varie, vorranno stampare e basta, forse anche sempre con lo stesso materiale, senza troppi virtuosismi.
A queste persone consiglio di comprare una stampante già assemblata, senza pensarci troppo, valutare semplicemente poche caratteristiche coma l' area di stampa, la risoluzione possibile, il materiale da utilizzare e ovviamente, il prezzo.
Non bisogna dimenticare che qualora si volesse stampare in plastica tipo ABS, bisogna posizionare la macchina in un ambiente grande e arieggiato (questo perché l' ABS emette vapori nocivi durante la stampa) e che deve necessariamente avere il piatto di stampa riscaldato. Qualora si volesse tenere la stampante accanto alla propria scrivania meglio prediligere il PLA come materiale di stampa. 

 
Una semplice ricerca sulla rete rivelerà subito un nutrito elenco di stampanti che soddisfano le esigenze dei più.
Dalla Arduino Materia 101, costruita in collaborazione con Sharebot (azienda italiana che ha un' ampia scelta di modelli) 
Arduino Materia 101 (immagine dal web)

fino alla Makerbot Replicator 2, considerata la “Ferrari” delle stampanti 3D desktop, passando per molte altre come Cube 3D, PowerWasp, Kentstrapper e Galileo Smart.

Makerbot Replicator 2 (immagine dal web)

Una gamma di prezzi che va dai 600/700 Euro fino a oltre 2500, venendo quindi incontro alle possibilità di tutti. 

Non voglio dilungarmi nella descrizione di prodotti che no ho potuto provare, potrei semplicemente elencare caratteristiche conosciute facilmente disponibili su internet. 
Per chi volesse saperne di più è possibile trovare degli interessanti articoli su blog di settore come ad esempio qui.

 
Costruire una stampante 3D

La categoria a cui consiglio vivamente di costruirsi la propria stampante 3D è quella degli hobbisti, degli appassionati di DIY e ovviamente (anche se forse non serve dirlo), dei giovani Makers.

Nel caso dell' autocostruzione le possibilità vanno ben oltre una semplice rosa di prodotti tra cui scegliere, i modelli sono tantissimi e Opesource, con l' occasione quindi di averne i progetti e personalizzarsi la propria stampante già in fase di costruzione.
E' ovvio che in questo caso le difficoltà aumentano, ma non sono certo quelle che di solito fermano un appassionato di DIY, oltretutto, non bisogna dimenticare che Opensource è sinonimo di condivisione di conoscenza ed esperienza, nonché di comunità. La maggior parte dei modelli è infatti supportata da un folto gruppo di utilizzatori che si scambiano opinioni ed esperienze.

Non finisce ovviamente qui, infatti, con buona manualità, un minimo di attrezzatura e tanto studio è possibile autocostruirsi la propria stampante da zero con qualsiasi materiale, legno, plastica, metallo, persino con il Lego!

Partire da zero con materiali esotici è ovviamente un caso limite, esiste un parco di progetti molto diffusi ed estremamente supportati, e molti kit di costruzione più o meno completi acquistabili sulla rete, dato che questo articolo vole essere un orientamento per principianti, penso che questa sia la strada da seguire.

I modelli di stampanti Opensource che oggi possiamo costruire per le nostre scrivanie sono chiamati Reprap ( un acronimo che sta per Replicating Rapid Prototyper), sono moltissimi, a volte molto simili tra loro, a volte molto differenti, dipende dal “ramo” dell' evoluzione della stampa 3D da cui si sono evoluti. Sembra un po' strano scritto così ma è vero. 
 
Reprap Darwin (immagine dal web)
Come nel mondo software è stato per Linux, grazie al movimento Opensource questi progetti si sono sviluppati da un primo “proto progetto”, la stampante chiamata Darwin, per poi moltiplicarsi e dividersi in decine di progetti sviluppatisi separatamente. Non è ovviamente possibile fare accenno a tutti, vediamo alcuni dei più famosi e più supportati. 

 
La Mendel

Reprap Mendel (immagine dal web)
Deriva direttamente dalla Darwin ed é la capostipite delle stampanti 3D piú conosciute, il modello originario é ormai un po' datato, le sue derivate aggiungono sicuramente qualcosa in piú in termini di dimensioni, prestazioni o facilitá di montaggio. Qualora se ne volesse approfondirne la conoscenza qui é possibile trovare tutte le informazioni del caso. 

 
La Prusa Mendel
Prusa Mendel i2 (immagine dal web)
Non é difficile definirla come la piú famosa delle evoluzioni della "Original Mendel" di cui si scriveva poco fa. 
E´una stampante che ha letteralmente spopolato nel mondo della stampa 3D amatoriale, facendone forse, per un certo periodo, la stampante piú costruita e conosciuta, non a caso é stata definita la "Ford modello T" delle stampanti 3D. 
Il suo creatore Josef Prusa ha rimodulato il design della Original Mendel, semplificandone alcune parti e facilitandone la costruzione, creando di fatto una stampante semplice, economica e alla portata di tutti.
Col tempo ha avuto essa stessa delle evoluzioni, le cosi dette "iterations". Vi potrá capitare di vedere scritto Prusa i2 o i3, la "i" prima del numero sta infatti per iteration, la versione di Prusa a cui ci si sta riferendo.
La Prusa i2 é forse ancora oggi la stampante piú economica che ci si possa costruire, in termini di diffusione é stata superata dalla sua evoluzione la i3, che rappresenta anche un forte cambiamento nel design e nella qualitá costruttiva, cercando comunque di rimanere fedele alle caratteristiche di economicitá e facilitá di montaggio. 

Prusa i3 con frame in alluminio (immagine dal web)
Caratteristica principale della i3 é un frame centrale attorno al quale si sviluppa il resto della struttura, esso conferisce soliditá ed estetica, semplificando nel contempo il montaggio e la regolazione.
Il progetto originale comprende 3 differenti tipi di frame, in alluminio, in fogli di legno con dei sostegni o sempre in legno in versione box. 

Prusa i3 con frame in fogli di legno (immagine dal web)
Prusa i3 con legno in versione Box (immagini dal web)
 
Tutti i dettagli sul progetto Prusa i3 possono essere trovati qui

Se invece vi trovate davanti a nomi del tipo Prusa i3 Rework, Prusa i3 Hephestos o Prusa i3 R2, vuol dire che siete in presenza di varianti vere e proprie del progetto originale effettuate da altri progettisti, per maggiori informazioni vi posto i link relativi:


Prusa i3 Rework (immagine dal web)

Prusa i3 Hephestos
Prusa i3 Hepestos (immagine dal web)
 

Prusa i3 R2 (immagine dal web)
Ci tengo a segnalare che la Prusa i3 R2 é un progetto italiano, sviluppato da Nicola Patucelli, maggiori informazioni e supporto possono essere facilmente trovati qui sul forum reprap italiano. 


 
La Mendel 90
 
Mendel 90 (immagine dal web)
Uscita nel 2011 é una derivazione della Prusa, con la fondamentale differenza che ne elimina molte aste filettate della struttura per inserire dei pannelli di MDF per la base e per un frame centrale sull'asse X

Progettata da Nophead é da considerarsi forse la prima stampante che adotta questo sistema strutturale, é infatti precedente alla Prusa i3 che é stata presentata a maggio del 2012.
Il colpo d'occhio iniziale puó trarre in inganno, a prima vista possono sembrare molto simili, ma le differenze tra le due sono invece molte, il frame centrale, ad esempio, é “aperto” e affida rigiditá e stabilitá alla base, a cui é fissato con dei giunti e delle viti. 
Anche il concept dell'asse X é differente, il carrello scorre su due aste lisce affiancate orizzontalmente, a differenza della Prusa i3 dove sono disposte verticalmente. Vi sono ovviamente molte altre differenze, ma giá con solo questi due esempi si puó capire quanto questi due modelli abbiano poco in comune.
E' una stampante abbastanza diffusa ed é possibile trovare in rete un ottimo supporto.
Sul Wiki di Reprap, alla pagina dedicata alla Mendel 90 si possono trovare tutte le caratteristiche e i dettagli necessari per la costruzione, oltre che un ottimo elenco di pro e contro di questo modello.
Per chi volesse approfondire ulteriormente l'argomento puó rivelgersi direttamente al progettista Nophead sul suo blog qui.



La 3D Rag
3D Rag (immagine dal web)
Un altro progetto italiano, in questo caso del gruppo Futura Elettronica, é una derivata della Prusa ma ne stravolge completamente il design e i materiali. La struttura é essenziale ma robusta, realizzata in profilato di alluminio da 27,5 X 27,5 mm.
In questo caso vediamo una gestione del movimento degli assi differente rispetto alla classica Mendel e sue derivate. La testina di stampa si muove infatti solo sull´asse Z, dal basso verso l' alto, mentre il piatto di stampa si muove contemporaneamente su X ed Y. 
La versione 1.2 comprende anche il piano riscaldato, permettendo cosí la stampa in ABS.
Nel complesso é una stampante che non ha nulla da invidiare a tante altre, ció che secondo me la rende speciale é l´ottimo supporto offerto, dettagliate istruzioni per il montaggio e un manuale con nozioni di base sulla stampa 3D.
Maggiori informazioni sul wiki reprap qui, e sul sito ufficiale qui .

 
La Ultimaker 2

E' una evoluzione della Ultimaker Original il cui concept deriva direttamente dall' originale Darwin, ma a differenza delle stampanti che abbiamo trattato sino ad ora non é considerata una reprap, bensi una Repstrap. Cosa vuol dire?
La filosofia di base del progetto reprap era che le stampanti fossero autoreplicanti. In parole povere una reprap deve poter creare la maggior parte delle componenti per la costruzione di un´altra reprap, che puó essere velocemente assemblata con la semplice aggiunta di pochi altri materiali. 
I progetti che pur essendo Opensource non rispecchiano questa filosofia rientrano nella categoria delle repstrap.
Le ultimaker hanno infatti una struttura che poco si affida a parti stampate in plastica, che sono si presenti, ma non ne costituiscono fondamento, è infatti affidata a fogli di legno tagliati al laser assemblati a formare un box, all´interno del quale vengono fissate le parti meccaniche. 
Rispetto alla Mendel e alle sue derivate le ultimaker hanno una profonda differenza anche nel concept di funzionamento. 

Ultimaker Original (immagine dal web)
Se nelle Mendel la testina di stampa si muove sugli assi X e Z, lasciando al piatto di stampa il movimento sull´asse Y, nelle ultimaker il concetto é ribaltato, il piatto di stampa si muove sull´asse Z dall´alto verso il basso , mentre la testina di stampa si muove contemporaneamente lungo gli assi X e Y.
Questo tipo di funzionamento conferisce alla Ultimaker velocitá e precisione perché riduce le masse in movimento.
La rivista Make Magazine ha premiato la Ultimaker Original come la piú veloce e piú accurata delle stampanti disponibili e ha definito la Ultimaker 2 come la migliore architettura fra le stampanti opensource del 2014.
Ultimaker 2 (immagine dal web)
 
Una stampante molto valida quindi, diffusissima in tutto il mondo e con un ottimo supporto (qui il link del wiki ), é purtroppo molto costosa e forse non proprio alla portata di tutti
I kit di costruzione possono essere acquistati presso Ultimaker (link dello shop qui) o presso rivenditori.
Non dimentichiamo che é comunque un progetto Opensource e che quindi ci si puó costruire la propria Ultimaker partendo dai sorgenti che trovate qui presso Github.


La MendelMax 
MendelMax 1.0 (immagine dal web)
In questo caso si potrebbe davvero dire “The last but not the least”, questo modello mi sta infatti particolarmente a cuore perché é la stampante che possiedo.
Ad ormai piú di un anno di distanza e centinaia di stampe fatte posso ritenermi pienamente soddisfatto della scelta fatta.

La MendelMax nacque nel 2011come variante della Prusa i2, infatti ne ricalcava completamente il design, con la fondamentale differenza che sostituiva le aste filettate del telaio con degli estrusi di alluminio 20x20 mm, una scelta decisamente felice perché si venne a creare una stampante molto solida e ancora piú facile da costruire, aggiungendo anche una nuova e notevole caretteristica, la scalabilitá, che la rendeva quindi molto piú versatile della Prusa.
La versione 1.0 e la Prusa i2 avevano molto in comune, persino alcune parti, come ad esempio l´intero blocco di componenti dell´asse X. 

Le strade delle due stampanti si sono poi divise con l´avvento delle rispettive evoluzioni, la Prusa i3 e la Mendelmax 1.5.
Oggi con la versione 2.0 di questa stampante é possibile avere una macchina definita spartana, ma molto robusta e performante, oltre che con una notevole area di stampa. 
  
Non mi dilungheró molto nella descrizione di questo modello perché ho intenzione di scrivere un articolo dedicato solo a questa stampante, allo scopo di farla conoscere meglio visto che in Italia é sempre stata poco diffusa e ci sono poche informazioni in italiano che la riguardano.
Nel frattempo, per chi volesse avere informazioni tecniche a riguardo puó trovare tutto a questi indirizzi, il wiki di reprap, e il sito ufficiale.

 
Non andrei oltre in questo elenco di possibili stampanti ideali per chi vuole iniziare, penso che ce ne sia giá per tutti i gusti e per tutte le tasche. A mio avviso questi sono i modelli piú conosciuti e trattati su molti forum, italiani e stranieri, quindi con la possibilitá di trovare consigli e supporto da molti utenti.

Un´altra domanda che immagino si possa porre un principiante potrebbe essere: “compro un kit chiavi in mano o prendo le varie parti separatamente?”.

E´difficile rispondere a questa domanda perché dipende non solo dal tipo di stampante che si sceglie, ma anche dalle proprie finanze e dalla conoscenza che si ha dell' argomento stampa 3D. 
Io ho scelto la strada dell' acquisto di parti separatamente, é forse la piú difficile e di certo non la piú economica, ma la scelta delle varie componenti impone uno studio approfondito del modello di stampante che si vuole costruire, caratteristiche, prestazioni, limiti e possibili “Hacks” da programmare durante la costruzione.
Questa é solo la mia opinione, immagino che molti non abbiano voglia o tempo di impiegare tre mesi per la costruzione della propria stampante come ho fatto io, preferiscono prendere un kit completo di tutto e metterlo insieme nel giro di qualche giorno.
La cosa veramente importante é che il venditore sia serio e riconosciuto, che fornisca un kit di qualitá, che vuol dire plastiche stampate bene, elettronica valida e collaudata e, possibilmente, qualche istruzione tanto per orientarsi nell´impatto iniziale, o perlomeno un supporto a cui fare riferimento.
La qualitá del kit é fondamentale, perché puó determinare la differenza tra una bella esperienza di costruzione e conoscenza della propria stampante, ed un incubo costellato di angosce, imprecazioni, sconforto e spese extra.

 
In ogni caso, é importante non sottovalutare il supporto della rete, rivolgersi a chi ha giá esperienza e condividere informazioni ed esperienze non é semplicemente piú saggio, ma é anche alla base del concetto di Opensource, che ha permesso la diffusione di questa tecnologia.
A tal proposito ecco una serie di link di importanti punti di incontro della comunitá.

In lingua inglese:




In lingua italiana:

 
Aggiungo inoltre i link ad alcuni dei piú produttivi e competenti blogger nel settore.

In lingua inglese:





In lingua italiana:







In chiusura posso dire che costruirsi la propria stampante 3D da valore aggiunto alle future stampe, perché ci permette di capire a fondo il concetto di stampa di solidi, e di conoscere la nostra stampante in ogni minimo dettaglio e caratteristica, in modo che poi le si possa chiedere il massimo.

Sono a vostra disposizione per domande e commenti, buona stampa a tutti!

Alex272

 



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